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sabato 17 maggio 2025

Gran Sasso Corno Grande Canale Roux Ghiglione

Domenica 4 maggio degna conclusione della stagione invernale sul re dell'Appennino, il Corno Grande. Scelta quasi inevitabile, dettata dal desiderio di chiudere un inverno che, dalle mie parti, era cominciato sotto buoni auspici, salvo poi svanire troppo in fretta. Al contrario, il Gran Sasso, la Maiella e i Sibillini hanno goduto di un destino più generoso, regalando scenari invernali degni di nota fino alla fine.


Così, per quest’ultima uscita di stagione, mi sposto in Abruzzo, dove mi attende Francesco, barese trapiantato a L’Aquila per motivi di lavoro, con cui lo scorso anno ho condiviso la splendida salita al Corno Piccolo lungo il canale Sivitilli.


In ballottaggio ci sono diversi itinerari per me ancora inediti che mettiamo al vaglio. E dopo un consulto dell’ultimo momento, la scelta ricade infine sulla Roux Ghiglione, considerabile una variante alta del canale Moriggia Acitelli ma più tecnica. Quest’ultimo è una delle vie invernali più logiche e frequentate per raggiungere la vetta occidentale del Corno Grande, ma oggi preferiamo qualcosa di più stimolante, perfetto per chiudere la stagione con un pizzico di sfida in più.


A causa delle temperature insolitamente elevate per il periodo e delle condizioni della neve in rapido deterioramento, decidiamo di partire prima dell’alba dal capoluogo abruzzese per Campo Imperatore che raggiungiamo intorno alle sei. Notiamo che alle basse quote grazie alle piogge abbondanti dei giorni precedenti la natura è fiorente e tutta verde. Dopo qualche scatto nei pressi del laghetto di Pietranzoni arriviamo al semideserto piazzale dell'albergo Campo imperatore attualmente chiuso.


Dal parcheggio ci incamminiamo lungo il sentiero estivo che, a mezza costa, conduce alla Sella di Monte Aquila, accompagnati da un vento teso proveniente da sud ovest e con la vetta del Corno Grande avvolta da nubi scure ma passeggere. L'avvicinamento continua lungo il panoramico sentiero di cresta, da cui lo sguardo si apre magnificamente sulla piana di Campo Imperatore, sovrastata dalle vette della catena del Centenario, Campo Pericoli incorniciato dalle cime aguzze del Cefalone, dell’Intermesoli e dei loro satelliti. 


In lontananza tra i vari sistemi montuosi si distinguono la Maiella, il Sirente e il Terminillo. In una radura erbosa facciamo una piccola sosta e prima di proseguire calziamo i ramponi e indossiamo l’imbrago.


Tenendoci alla nostra destra i declivi di Monte Aquila, puntiamo decisi verso i 2610 metri del Sassone, ben visibile ai piedi della frastagliata muraglia del Corno Grande. Affrontiamo la ripida salita obbligata, un po’ monotona, su neve crostosa che cede sotto il peso degli scarponi.


Giunti finalmente al bivio per il sentiero alpinistico Bafile, il pensiero va inevitabilmente a Cristian Gualdi e Luca Perazzini, caduti nella bufera di Natale precipitando nel canalone sottostante mentre scendevano dalla Direttissima del Corno Grande. Un evento tragico come questo ci ricorda con forza quanto anche una via apparentemente semplice, come la Direttissima invernale, possa rivelarsi fatale con condizioni climatiche proibitive.


Dal bivio scendiamo per alcuni metri su roccette instabili e neve sfatta, per risalire subito una ripida rampa nevosa che ci porta ad una spalla. Da qui un traverso ci introduce nel canale Moriggia Acitelli, già risalito da me il 3 maggio del 2015.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le pendenze inizialmente si attestano sui 40°, per poi aumentare fino ai 50° in corrispondenza della strettoia più in alto. Superata la strozzatura, anziché proseguire lungo l’evidente ramo principale del canale, già impegnato da alcuni sci alpinisti, deviamo a destra, portandoci all’attacco dello stretto canalino Roux Ghiglione. Qui è presente un fix con cordino, dove tiriamo fuori la corda e predisponiamo la prima sosta.


Francesco affronta il tiro da primo su pendenze comprese tra i 55° e i 60°, mentre io lo assicuro dal basso. La via, costantemente in ombra grazie alla protezione di uno spallone roccioso, non risente delle temperature miti, mantenendo il fondo compatto. Poco più in alto si incontra il primo breve ma ostico salto roccioso, piuttosto magro ma ghiacciato. Questo tratto rappresenta il passaggio chiave della via che ci mette alla prova, con una pendenza che tocca gli 85°. Alla base del salto, sulla sinistra, è presente uno spit utile per proteggere, mentre poco più in alto, a destra, notiamo un anello di corda che decidiamo di non utilizzare. Superato l'ostacolo, di fronte si affronta un secondo salto su misto, con inclinazione inferiore, intorno ai 70°, oltre il quale è posizionata la seconda sosta.


Al secondo tiro vado io da primo e piazzo una prima grappetta da ghiaccio dopo un paio di metri. Da questo punto il canale si appoggia lievemente, ma le condizioni del manto nevoso peggiorano sensibilmente. Più in alto inserisco una seconda grappetta, più psicologica che efficace, su neve fradicia e instabile. A due terzi della lunghezza, il canale ora raggiunto dal sole e ulteriormente deteriorato si allarga e si biforca. Scelgo il ramo di sinistra, cercando di sfruttare brevi tratti ancora in ombra dove vi è neve trasformata, fino a raggiungere il filo di cresta.


Recuperato il compagno, proseguiamo lungo il crinale che conduce all'anticima sud. Superato l’intaglio che separa l’uscita del canale Moriggia Acitelli da quella del Centrale, tra spettacolari scenari appenninici e una vista epica, raggiungiamo i 2912 metri della Vetta Occidentale del Corno Grande, già affollata da diversi alpinisti saliti dal Moriggia e dalla Direttissima.


Immancabile foto di rito e via, giù per la Direttissima. La neve, inizialmente portante, dopo la strettoia diviene molliccia e cedevole, ma in una quarantina di minuti arriviamo comunque a valle. Raggiunto il Sassone, rifacciamo a ritroso il percorso fino al punto di partenza.


Scendendo poi con l'auto di alcuni chilometri andiamo ad ammirare le fioriture di crochi (Crocus vernus subsp. vernus) a Campo Imperatore, uno spettacolo naturale mozzafiato che tinge l'altopiano di lilla e viola tra fine aprile e inizio maggio. In questo periodo, migliaia di crochi selvatici sbocciano creando un tappeto colorato che contrasta con le cime del Gran Sasso, ancora innevate.


Questo fenomeno, attualmente al suo apice attira innumerevoli visitatori per escursioni, passeggiate e picnic, grazie soprattutto alla riapertura della strada per Campo Imperatore rendendo facilmente accessibile questo meraviglioso spettacolo della natura.


Infine giunti in città, grazie all'ottimo consiglio di Francesco che ringrazio per la sua disponibilità ad accompagnarmi in questa avventura, ci concediamo un terzo tempo alla gelateria Duomo che ha ricevuto nel 2019 tre coni Gambero Rosso. In una meravigliosa cornice architettonica, questo accogliente e rinomato locale riesce ad esaltare al meglio la generosa tradizione aquilana, invogliando a provare gusti originali quali "transumanza" e "sapori aquilani", realizzati con ingredienti tipici locali quali zafferano, torrone, ricotta. Quale modo migliore per terminare alla grande questa magnifica trasferta in terra d'Abruzzo tra cime maestose, copiose e vivaci fioriture e delizie per il palato.

 

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